Storia del cioccolato

Oltre 3000 anni di bontà

Amato da personaggi celebri come Maria Antonietta e Carlo Goldoni, Fidel Castro e D’Annunzio, il cioccolato ha origini antichissime.

La pianta del cacao esisteva già oltre 6000 anni fa in Sud America, ma è con i Maya - intorno al 1000 a.C. - che inizia la produzione della cioccolata, spesso associata alla dea della fertilità Xochiquetzal e assunta durante le cerimonie importanti in forma liquida con l’aggiunta di vaniglia, peperoncino e pepe, farina di mais o miele.

Nel 1502 il cacao sbarca in Europa grazie a Cristoforo Colombo. Circa 80 anni dopo parte il primo carico a scopo commerciale da Veracruz a Siviglia.

È a cavallo fra il Cinquecento e il Seicento che il cacao viene importato in Italia, in Piemonte, dove - alla fine del 1700 - Doret realizza il primo cioccolatino da salotto.

Nel 1867 si comincia a includere il latte tra gli ingredienti fino alla commercializzazione del cioccolato al latte come oggi lo conosciamo. Un processo perfezionato nel 1879 da Rudolph Lindt che, con il concaggio, riesce a mantenerlo a lungo fuso ottenendo un’omogeneità e una cremosità uniche.





Cioccolato, amico del cuore

Alcuni riconosciuti studi scientifici sulle proprietà del cacao parlano chiaro.

Ricchissimo di teobromina, aiuta in caso di insufficienza cardiaca acuta, ritarda l’indurimento delle arterie nei fumatori e riduce la pressione del sangue per effetto dei polifenoli, antiossidanti che sono alla base degli stessi effetti positivi sul cuore che ha il vino rosso.

Passando dal corpo alla mente, sono documentati i benefici del cioccolato anche sull’umore grazie al contenuto di feniletilammina, un neurotrasmettitore che ricopre un ruolo importante nell'innamoramento.

Infine, proprio come sosteneva Giacomo Casanova, è un’arma di seduzione senza tempo, perché aumenta il desiderio sessuale.





Fresco, asciutto, chiuso: i segreti per una corretta conservazione

A patto che riescano a resistere almeno qualche tempo alle insidie dei più golosi, è certamente utile sapere come conservare al meglio cioccolato e praline.

L’ideale è al fresco, in un luogo asciutto e in modo ermetico, evitando gli sbalzi di temperatura già durante il trasporto.

Il caldo eccessivo potrebbe causare la “fioritura del grasso”: una patina bianca che non altera il sapore ma certamente la gradevolezza estetica.

Se il troppo umido porta alla “fioritura dello zucchero”, che rende la superficie ruvida e irregolare, l’ossidazione è il risultato di un’esposizione prolungata a luce e aria.

Infine, una curiosità.

Il cioccolato fondente contiene, per la sua elevata percentuale di cacao, una quantità maggiore di antiossidanti. Quindi, quanto più scuro è il cioccolato, tanto più lunga sarà la sua durata. Si va da un minimo di due anni per il fondente, all’anno per quello bianco.